La pila di Volta |
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La cella galvanica
Quando un pezzo di metallo viene posto a contatto con una soluzione tende a formare ioni
che passano nella soluzione stessa. Uno ione è un atomo di metallo che ha perso uno o
più elettroni (il loro numero dipende dal metallo). Il processo viene rappresentato mediante
la seguente equazione chimica:
M(solido) → M2+(soluzione) + 2e-
(M = atomo metallico; Mz+ = ione metallico; z = carica dello ione, coincidente con il numero di elettroni persi; e- = elettrone)
Poich&ecaute; gli elettroni non possono esistere liberi nelle soluzioni essi restano nel metallo solido, facendogli assumere una carica elettrica negativa. Infatti gli elettroni, che sono i trasportatori dell’elettricità, sono particelle dotate di carica elettrica negativa.
Questo processo non avviene in uguale misura per tutti i metalli. Per esempio, lo zinco (Zn) ha una forte
tendenza a rilasciare gli ioni Zn2+ in soluzione, mentre per il rame (Cu) la tendenza a rilasciare
gli ioni Cu2+ è scarsa.
Un pezzo di metallo immerso in una soluzione dei suoi ioni costituisce un
Elettrodo | EΘ / Volt |
Zn(solido) → Zn2+(soluzione) + 2e- | 0,76 |
Cu(solido) → Cu2+(soluzione) + 2e- | -0,34 |
Quanto più grande è il valore di EΘ tanto maggiore è la tendenza
dell’elettrodo del metallo a rilasciare i suoi ioni in soluzione.
Per convenzione il potenziale standard degli elettrodi non viene riferito al processo di rilascio degli ioni
in soluzione da parte del metallo, ma al processo inverso, cioè di cattura degli elettroni da parte
degli ioni che dalla soluzione ritornano nel solido come atomi neutri. In tal caso le equazioni chimiche
vanno scritte al contrario e i potenziali cambiano di segno, mantenendo lo stesso valore assoluto:
Zn2+(soluzione) + 2 e- → Zn (solido) EΘ = -0,76 V
Quando due elettrodi diversi vengono accoppiati si ottiene una cella galvanica, cioè un generatore di corrente elettrica (che noi spesso chiamiamo pila o batteria). Consideriamo l’esempio dello zinco e del rame: il primo ha una tendenza a cedere gli elettroni molto più alta di quella del rame; quindi, se si pongono in contatto gli elettrodi, gli elettroni si trasferiscono dall’elettrodo di zinco a quello di rame, ottenendo così una corrente elettrica.
Il circuito della cella deve essere chiuso da un conduttore di elettricità che impedisca agli
ioni Cu2+ di raggiungere lo zinco solido, perch&ecaute; in questo caso il trasferimento
elettronico avverrebbe direttamente. In questo modo gli elettroni sono costretti a muoversi attraverso
il circuito esterno della cella (per esempio un filo elettrico). Ovviamente, se i due elettrodi sono collegati
direttamente la cella va in corto-circuito e si scarica. Se invece la corrente elettrica viene fatta
passare attraverso un apparecchio elettrico (per esempio una lampadina, un motorino), questo entra in funzione.
Una proprietà dei potenziali elettrochimici dei singoli elettrodi è che la loro differenza può
essere usata per prevedere la forza elettromotrice (fem, "tensione") della cella.
Idealmente la fem di una cella dovrebbe corrisponde alla sua "tensione elettrica", ma in realtà
quest’ultima risulta sempre un po’ inferiore alla prima a causa dei fenomeni di resistenza elettrica
interna.
Nel caso della cella formata da un elettrodo di zinco e uno di rame, la fem è data quindi da:
fem = 0.76 V - (-0.34 V) = 0.76 V + 0.34 V = 1.10 V
Alessandro Volta costruì la sua famosa pila collegando in serie una batteria di celle galvaniche con
elettrodi di rame e zinco. La chiamò pila perché la realizzò impilando uno sopra l’altro
dischi di rame e zinco inframmezzati da dischi di feltro imbevuti di acido solforico (conduttore non elettronico).
Si noti che i termini pila e batteria sono equivalenti e indicano non una cella formata da una sola coppia di elettrodi,
ma una serie di queste celle (nel linguaggio comune tuttavia la parola cella non viene quasi mai usata e si usano
indifferentemente pila o batteria anche per quelle che in realtà sono celle).
In una batteria in serie le tensioni delle singole celle si sommano, per cui in una batteria di due celle
rame/zinco la tensione totale sarà di circa 2.2 V (= 2 x 1.1 V) o, meglio, un po’ inferiore.
Cosa vedremo oggi
Nel corso dell’esperimento dimostrativo verrà montata una pila di Volta contenente fino a sei
elementi e verrà mostrato il suo funzionamento.
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