1. La sicurezza nell’industria chimica: un bilancio a 40 anni dall’incidente di SevesoGiuseppe Maschio
A 40 anni dall’Incidente di Seveso del 10 Luglio 1976: cosa ci ricordiamo di Seveso? Questa domanda pone una riflessione
intorno a come e quanto si è modificata l’Industria Chimica e su come è cambiata e cambierà la didattica
dell’Ingegneria Chimica a seguito del tragico incidente avvenuto 40 anni fa nello stabilimento ICMESA. A seguito di tale incidente,
infatti, l’Unione Europea si è dotata di un corpo normativo, le Direttive che appunto da Seveso hanno preso il nome, che
fin dal 1982 hanno portato l’Europa ad adottare una delle legislazioni più avanzate per il controllo del rischio di incidente
rilevante e la tutela dei cittadini. La terza Direttiva Seveso (2012/105/EU), recepita in Italia nel 2015, è l’ultimo
aggiornamento di una normativa che negli anni si è evoluta in modo consistente. È quindi importante fare il punto
sull’esperienza di applicazione della Direttiva anche in relazione all’evoluzione delle tecnologie industriali, dei sistemi
di sicurezza e delle tecniche di analisi e controllo del rischio. Ulteriori riflessioni sono legate al mutato scenario europeo, che ha visto
nel 2015 i primi attacchi conclamati a impianti chimici in Francia, e alle importanti differenze di cultura della sicurezza testimoniate
dagli incidenti di Tiajin, in Cina, e di Richmond, negli USA.
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2. Combustibili fossili: salute, cambiamenti climatici, diversità ecologica e culturaleAlberto Diantini, Mattia Trivellato
L’estrazione di petrolio e gas in aree ad elevata biodiversità comporta una serie di impatti significativi su specie
ed ecosistemi, quali la contaminazione dell’acqua, la deforestazione, la frammentazione degli habitat. Questi impatti sono spesso
accompagnati da gravi effetti sulla salute delle popolazioni interessate. Oltre a ciò, le attività petrolifere giocano un
ruolo primario nella sfida dei cambiamenti climatici: nel periodo 2011-2050, il 50% delle riserve di gas ed il 30% delle riserve di petrolio
dovranno essere mantenute nel sottosuolo, al fine di limitare l’aumento della temperatura media globale entro i 2⚬ C.
In questo contesto, il gruppo di ricerca del Dipartimento ICEA dell’Università di Padova,
"Territori delle diversità ecologiche e culturali", coordinato dal prof. Massimo De Marchi, sta avviando un progetto mirato a mappare,
su scala globale, le riserve di idrocarburi da mantenere nel sottosuolo e le attività estrattive onshore, valutando le sovrapposizioni
e gli impatti nelle aree di maggiore sensibilità biologica e culturale. Attualmente le principali aree di studio del gruppo di ricerca sono
le concessioni "Val d’Agri" e Gorgoglione, in Basilicata, che assieme rappresentano il più grande giacimento onshore
di petrolio in Europa, e il Parco dello Yasuní, nell’Amazzonia ecuadoriana, Riserva della Biosfera UNESCO.
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3. L’ingegnerizzazione della chimica: dal laboratorio al carrello della spesaFabrizio Bezzo
Cosa serve perché una molecola o una formulazione ottenuta in un laboratorio chimico diventi un prodotto che
possiamo trovare sullo scaffale di un supermercato? Quali trasformazioni subisce prima di diventare, ad esempio,
un detersivo o una crema solare? Quali nuove competenze servono per progettare e gestire quelle trasformazioni?
In questa presentazione si mostrerà quali siano le sfide che deve affrontare un ingegnere per progettare
un sistema di produzione in grado di garantire che i pochi grammi sintetizzati sul banco del laboratorio diventino
le migliaia di tonnellate necessarie a soddisfare un mercato globale.
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